Trent'anni di tutela e valorizzazione


Ricorre il 22 marzo del 2020 il trentennale della istituzione del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, sancita con la Legge Regionale n° 21 del 22 marzo del 1990. Nonostante la contingenza negativa che stiamo attraversando, è importante non lasciar passare nell’oblìo la data del trentennale e riflettere sul ruolo che l’area protetta ha acquisito negli anni come “distributore” di svago e di bellezza per milioni di visitatori.

Le Dolomiti d’Ampezzo sono depositarie di una varietà di paesaggi e naturalità altrove non replicabile, fonte di attrazione per moltitudini di turisti da ogni parte del mondo, attratti dalla loro bellezza. Uno degli attuali fondamenti dell’economia del paese è, infatti, l’unicità della valle e delle montagne che la circondano, nonché il loro stato di conservazione. Il ruolo del Parco è stato e sarà quello di rendere consapevole la Comunità Ampezzana del bene che è chiamata a custodire, assumendo la bellezza del suo territorio come valore immateriale da rendere fruibile alla collettività e facendo proprio il ruolo di tutore e divulgatore di questo bene.

Siamo convinti che la cura del territorio e della sua accessibilità, assieme al mantenimento della sua naturalità, siano una delle carte vincenti che il turismo ampezzano avrà sempre dalla sua, anche nei momenti più difficili, se si riuscirà a mantenere nel tempo queste peculiarità, che molti ci invidiano e non sono riproducibili da altre parti.

Tutti gli investimenti fatti dalle Regole nell’ultimo trentennio per rendere le montagne ampezzane godibili e sicure dal punto di vista culturale ed escursionistico, hanno dato un contributo sostanziale, ancorché meno visibile e impattante di altri grossi investimenti infrastrutturali, all’attuale immagine turistica del paese

Il Parco ha contribuito ad alimentare e mantenere, in questo trentennio, la coscienza del bene naturale all’interno della comunità, contribuendo al tempo stesso a dare di Ampezzo, al centro di interessi economici e promozionali di portata ben maggiore, l’immagine di una terra che conserva ancora valori autentici e primigeni, che mai e per nessuna ragione o interesse dovremo lasciarci snaturare.

 

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