Il Parco in generale

Storia - Agricoltura


Un tempo, nella valle d’Ampezzo si coltivavano fave,prodotti dell’orto come il cavolo, la rapa, la patata (introdotta solo a partire dall’800), e poi quei cereali che riescono ad acclimatarsi in un ambiente montano come, ad esempio, l’orzo ed alcuni tipi di frumento. L’attività agricola ha caratterizzato per secoli il fondovalle fino a determinarne, dai primi insediamenti in poi, le attuali caratteristiche  paesaggistiche. Ogni superficie utile veniva utilizzata secondo le modalità tipiche dell’agricoltura tradizionale, ad esempio lasciando periodicamente la terra a maggese o arricchendola con piante ricche di azoto, come le leguminose. 

L’uso di concimi naturali si integrava perfettamente con l’intero ciclo di produzione economica. 

Tra le forme di coltivazione, oltre a quelle di uso esclusivamente alimentare, merita attenzione anche quella del lino che, assieme alla lana, veniva utilizzato per la produzione di tessuti. Basta guardare con attenzione le vecchie fotografie dei villaggi che fan da corona alla valle per rendersi conto di come, anche in tempi piuttosto recenti, fossero ancora presenti i forni che servivano per ricavarne la fibra. Dietro queste operazioni c’era sempre la mano sapiente e operosa di una donna, autentica custode di ogni tradizione e particolarmente sensibile verso tutto ciò che la natura ci dona. Quando, ad esempio, le medicine erano rare, o ancora non esistevano, era lei che raccoglieva le erbe giuste per curare ogni malanno.