Il Parco in generale

Fauna e habitat - Seconda parte


I boschi di fondovalle di abete bianco e faggio sono abitati da una specie assai rara di ghiro, il driomio (Dryomys nitedula). Nei popolamenti forestali di larice e abete rosso, talvolta estesi e ininterrotti per decine di chilometri, trovano asilo specie animali rare e minacciate quali il gallo cedrone (Tetrao urogallus), il picchio tridattilo (Picoides tridactylus) e il picchio cenerino (Picus canus), nonché la civetta nana (Glaucidium passerinum) e la civetta capogrosso (Aegolius funereus).

Le praterie ripide e soleggiate dei versanti esposti a sud (Ròzes, Lerósa, Zumèles), importanti ambienti per lo svernamento della fauna stanziale e ricchi di fauna termofila, ospitano la rara coturnice (Alectoris graeca); gli animali simbolo delle praterie di alta quota sono la lepre bianca (Lepus timidus) e la pernice bianca (Lagopus mutus), nonché lo stambecco (Capra ibex), già riambientatosi da oltre un trentennio e oggetto di uno specifico progetto di ripopolamento. Le montagne ampezzane possiedono inoltre una concentrazione di popolazioni di camoscio (Rupicapra rupicapra) fra le maggiori di tutte le Dolomiti; se ne possono contare a migliaia.

Le pareti riparate di bassa quota in qualunque esposizione, sono habitat faunistici molto favorevoli. Il più raro e imponente abitatore delle forre è il gufo reale (Bubo bubo), mentre sulle rupi soleggiate nidificano l’aquila reale (Aquila chrisaetos) e il picchio muraiolo (Tichodroma muraria). Nelle praterie calcaree degli altopiani carsici di Fòses, capita di vedere, a fine estate, il passo del piviere tortolino (Charadrius morinellus).

La ricchezza faunistica legata al complesso mosaico di prati da sfalcio e zone umide delle aree di media quota e del fondovalle è parimenti preziosa, ancorchè poco conosciuta per molti suoi aspetti; una eccezionale emergenza nei prati di Cortina è quella del Re di quaglie (Crex crex), ormai presente in Italia con meno di 500 coppie nidificanti; è presente anche l’averla piccola (Lanius collurio), testimone di una gestione agricola a basso impatto.