Il Parco in generale

Flora e vegetazione - Seconda parte


Gli ambienti forestali più rappresentativi delle Dolomiti d’Ampezzo sono senza dubbio i boschi di alta quota di pino cembro e larice, alcuni dei quali sono quasi intatti e con alberi vetusti e monumentali, di più di 500 anni di età (larici-cembreti di Gótres, Val Padeón, Landrìes). Meritano un cenno anche i boschi misti di abete bianco e faggio delle conche di fondovalle, con stature imponenti e maestose (Valbòna) e i lariceti che cingono a media quota la conca di Cortina i quali, pur essendosi manenuti nel tempo solo grazie a un pregresso pascolo sotto copertura, hanno uno straordinario valore paesaggistico, soprattutto nei mesi autunnali. La gestione delle Regole ha inoltre risparmiato per secoli alcune porzioni di foresta, che superano attualmente i 300 anni di età (peccete secolari di Antrúiles, Ra Stua, Valbòna).

Le praterie ripide e soleggiate dei versanti esposti a sud (Ròzes, Cinque Torri, Zumèles) sono ambienti molto pregiati dal punto di vista naturalistico, come i vasti pascoli di Lerosa e Ambrizzola; nondimeno lo sono le praterie di alta quota a zolla discontinua (alta Val Travenanzes, Col Bechéi, Rocchette) o di cresta (Lavinòres, Col dei Bòs); tra le specie notevoli citiamo la rara genziana di Carinzia (Lomatogonium carinthiacum) e la radicchiella subalpina (Crepis bocconi). Altrettanto ricchi di biodiversità, ma soggetti ad imboschimento spontaneo se non annualmente falciati, sono i prati umidi del fondovalle (Prati di Pocol, Convento, Cojana), che costituiscono una delle eccellenze a livello nazionale fra gli ambienti gestiti a basso impatto; la salvastrella maggiore (Sanguisorba officinalis) e il caglio boreale (Galium boreale) erano ritenuti addirittura estinti per il Veneto, mentre l’iris siberiano (Iris sibirica) e l’orchide a un bulbo (Herminium monorchis) vengono considerate a rischio di estinzione sulle Alpi.